Già nei mesi scorsi come Rete Iside Onlus denunciavamo la mattanza di lavoratori in corso negli scali portuali italiani; un nuovo decesso, avvenuto nella mattina del 17 dicembre nel porto di Trieste, conferma tragicamente questo fenomeno che non accenna a diminuire.
Vittima di questo ennesimo grave avvenimento è un operaio sessantenne veneto, rimasto schiacciato da una gru sulla quale stava lavorando sul Molo Terzo, alla radice della stazione nautica dei vigili del fuoco.
Come emerso dalla nostra inchiesta, che affrontava i numeri da capogiro di morti ed infortuni gravi nei porti italiani, la sicurezza dei lavoratori che operano in questo contesto viene troppo spesso messa a rischio in nome della diminuzione dei tempi di lavoro e, conseguentemente, dell’aumento dei profitti dovuti alla movimentazione delle merci. Troppo spesso, infatti, le norme di sicurezza non sono rispettate o aggirate in nome di questi principi.
Come Rete Iside Onlus appoggiamo le iniziative a tutela della salute e della sicurezza prese da lavoratori e organizzazioni sindacali, come lo sciopero indetto fra gli altri da USB, con cui abbiamo un rapporto consolidato di collaborazione.
Ribadiamo come l’unico modo di contrastare le morti sul lavoro sia l’introduzione del reato di Omicidio sul Lavoro, in modo da costringere i datori di lavoro ad adottare le norme di sicurezza che garantiscono la salute e la sicurezza dei lavoratori. È il momento di dire basta con le speculazioni sulla vita delle persone in nome del profitto.
Rete Iside Onlus