La mattanza dei lavoratori nei porti italiani

Inviato da iside il Gio, 06/24/2021 - 15:30
La mattanza dei lavoratori nei porti italiani

Dai dati del rapporto INAIL 2019 (Infor.MO), che analizza gli infortuni mortali e gravi avvenuti nei porti italiani (nel periodo 2002-2015), si rilevano dati molto interessanti per capire le caratteristiche-cause degli infortuni e le responsabilità dei datori di lavoro per la mancata adozione di efficaci misure di prevenzione dei rischi.
Dopo una sintetica descrizione delle caratteristiche degli infortuni ( le tipologie di lavoratori interessati, dove si verificano , la natura delle lesioni provocate e la dinamica ), faremo un'analisi delle cause , le responsabilità aziendali e le misure di prevenzione necessarie per la prevenzione degli infortuni. 

Quali sono i lavoratori portuali che hanno subito più infortuni? 

Il 38%  degli infortuni mortali e gravi (con invalidità permanente) riguardano facchini e addetti alla movimentazione merci; il 28% conduttori di mezzi pesanti e  macchine sollevamento materiali;il 18% meccanici e manutentori ecc

Dove si sono verificati gli infortuni?

Il 93% degli infortuni si sono verificati  nelle operazioni di carico-scarico delle merci, nelle banchine-piazzali (57%) e sulle navi 36%; il 44% di questi infortuni hanno avuto esito mortale 

Qual’è la natura delle lesioni subite dai lavoratori infortunati?

Il 40% dei lavoratori infortunati hanno subito una frattura (nel 15% dei casi mortale); Il 33% hanno subito uno schiacciamento( nel 21% dei casi mortale); Il 28% sono stati vittima di ustioni, amputazioni, contusioni ecc.

Qual è stata la dinamica (modalità di accadimento)  prevalente degli infortuni?


 -Il 33% dei lavoratori hanno subito un danno permanente, o sono morti (il 15%), perché sono stati investiti (da ralle e carrelli elevatori) durante le fasi di movimentazione, nei piazzali-banchine e navi, di merci varie, containers, autoveicoli, semirimorchi (nelle le fasi rizzaggio-fissaggio del veicolo e derizzaggio). 
 -Il 23% dei lavoratori hanno subito un danno permanente, o sono morti (il 10%), perché sono stati schiacciati dalla caduta dall'alto di merci, prevalentemente durante la movimentazione di merce con gru e carrelli,
-Il 9% dei lavoratori hanno subito un danno permanente, o sono morti (il 10%), perché sono caduti dall'alto: da scale/passerelle di navi, di mezzi di sollevamento e trasporto, durante le operazioni di rizzaggio/derizzaggio dei veicoli.

Quali sono le cause degli infortuni e le responsabilità dei datori di lavoro? 


Dall'analisi del complesso degli infortuni mortali-gravi dei lavoratori portuali si rileva che circa il 70% sono causati da carenze a livello di organizzazione del lavoro; Il 23% da carenze delle attrezzature-mezzi-materiali utilizzati durante il lavoro; Il 7% da carenze a livello di dispositivi di protezione individuale. 
Vediamo adesso, in modo più dettagliato, quali sono le cause principali e le responsabilità rispetto alle modalità più frequenti in cui si verificano gli infortuni: investimenti, schiacciamenti da caduta di oggetti dall'alto, caduta dall'alto dei lavoratori.


Perché i lavoratori portuali vengono investiti dai mezzi di sollevamento-trasporto, schiacciati dalla caduta dall’alto di materiali pesanti oppure muoiono per cadute dall’alto?


I lavoratori portuali, come abbiamo detto, vengono investiti o schiacciati soprattutto a causa delle carenze nell'organizzazione del lavoro; ma quali sono queste carenze e perché si verificano? 
Il 50% circa degli infortuni mortali-gravi si verificano perché il datore di lavoro non ha effettuato una corretta valutazione dei rischi e non ha elaborato delle procedure corrette per evitare che un lavoratore si trovi nell'area di azione di un veicolo in movimento oppure di un carico sospeso, non ha effettuato una formazione-addestramento adeguata dei lavoratori, non ha definito una segnalazione-delimitazione adeguatamente visibile dell'area a rischio ecc. Ma anche se queste procedure fossero formalmente elaborate in maniera corretta, nella maggior parte dei casi non vengono attuate perché provocano un aumento dei tempi necessari per effettuare le operazioni di carico-scarico delle merci; e il tempo, si sa, è denaro!!  E allora, perché ridurre del 30-40 % il numero di container da movimentare in un giorno, per attuare delle misure di prevenzione dei rischi ed evitare che dei lavoratori portuali vengano schiacciati da carichi pesanti o investiti da veicoli in movimento? La riduzione dei tempi, e quindi dei costi, per l'effettuazione delle singole operazioni di movimentazione delle merci rappresenta, quindi, la causa primaria delle morti e delle “mutilazioni” dei lavoratori portuali.
Ma la logica della riduzione dei costi, a discapito della salute-sicurezza dei lavoratori, prevale anche rispetto alle misure di prevenzione-protezione di veicoli ed attrezzature per la movimentazione ed il sollevamento delle merci. Il 23% degli infortuni gravi-mortali da investimento dei lavoratori sono causati, infatti, da carenze nel funzionamento e nei  sistemi di sicurezza dei veicoli ( in particolare  dei sistemi di segnalazione e visibilità); il 28% degli infortuni da schiacciamento ( per caduta di carichi), invece, sono provocati da: carenze nei  sistemi di sicurezza attrezzature per il sollevamento (ad esempio: accessori per l'imbracatura “brache-grilli” e per il fardaggio delle merci); da modalità non corrette , dovute sempre alla riduzione dei tempi-costi, nello stoccaggio dei materiali, in particolare nelle stive delle navi. 
Ma anche le morti-mutilazioni per cadute dall’alto (o in profondità) dei lavoratori sono causate, oltre che dalle carenze organizzative descritte, per il 30% da criticità legate all’assenza, o non adeguatezza, delle protezioni quali parapetti soprattutto a bordo nave, spazi insufficienti per il movimento, illuminazione non adeguata ecc.


Le misure di prevenzione-protezione necessarie per evitare le morti-mutilazioni dei lavoratori


Poiché, come abbiamo visto, circa il 70% degli infortuni mortali-gravi dei lavoratori portuali sono causati da carenze nell’organizzazione del lavoro è evidente che, per prevenirli, bisogna effettuare una pianificazione efficace, basata su una corretta valutazione dei rischi, che preveda un aumento adeguato dei tempi e dei lavoratori necessari per effettuare in sicurezza le singole operazioni di movimentazione delle merci nei porti; tempi adeguati per evitare che i lavoratori, per rispettare i ritmi produttivi imposti dalle aziende, si trovino nell'area d'azione di veicoli in movimento e sotto i carichi sospesi.
Sarebbe fondamentale, al riguardo, definire degli standard “a monte”, a livello dei gestori dei porti e del governo, dei tempi e del personale necessario per effettuare in sicurezza le differenti attività portuali e, di conseguenza, del numero massimo di operazioni di carico-scarico merci da effettuare in un turno;  standard ai quali si devono attenere obbligatoriamente le singole aziende che operano nei porti. 

Accanto a queste misure organizzative di base è fondamentale definire un efficace sistema di controllo, sia esterno ( organi di vigilanza ecc ) che interno (  dei preposti aziendali)  sulla reale attuazione delle misure di prevenzione specifiche per evitare  infortuni e danni alla salute dei lavoratori; rispetto al controllo interno alle aziende è prioritario aumentare competenze-permessi-spazi d'agibilità di Rls e delegati sindacali.
Un efficace sistema di controlli ( interni-esterni) e sanzioni con potere di deterrenza reale per costringere le aziende ad attuare le misure adeguate per prevenire investimenti, schiacciamenti e cadute dall'alto  dei lavoratori; misure di prevenzione tra le quali, ad esempio, ricordiamo: 


A. Segnaletica ed illuminazione adeguata per: delimitare-vietare la presenza dei lavoratori nelle aree di manovra dei veicoli in movimento e  delle attrezzature di sollevamento con carichi sospesi fino al completo posizionamento delle merci. Prevedere, ad esempio, che un preposto si assicuri (direttamente o tramite segnalatore) dell'assenza di personale nella zona di manovra, che effettui anche  la "conta a vista"  del personale addetto alle operazioni  movimentazione merci e dia  il consenso all'inizio delle stesse solo dopo aver riscontrato l'assenza di lavoratori nelle aree a rischio.


B. Coordinamento  delle operazioni tra segnalatore, rizzatori, stivatore, ecc. e addetti alla conduzione di mezzi/attrezzature (es. gruista), anche con sistemi  veramente efficaci di comunicazione radio e di segnalazione gestuale.


C. Ricognizione preliminare nelle stive delle navi da parte del preposto per verificare, prima delle operazioni di sbarco, la stabilità della 
della sistemazione del carico. Definire, ad esempio, procedure di controllo della verticalità delle pile nei depositi e dell'integrità degli imballaggi(ad es. di merci come i sacchi di caffè e simili); verificare la presenza di spazio sufficiente per consentire lo stivaggio in sicurezza delle attrezzature di rizzaggio; verificare l'adeguatezza dei parapetti di protezione nelle differenti aree delle navi per prevenire le cadute dall'alto.


D. Programmazione, con la definizione di un responsabile, di una efficace manutenzione ( ordinaria e straordinaria) di mezzi, attrezzature e accessori di movimentazione e sollevamento. Verifica di un'efficace manutenzione delle superfici sulle quali transitano i veicoli: resistenza ai carichi pesanti; assenza  di crepe, fori, buche, ecc.

Conclusioni


Dall'analisi delle caratteristiche, le cause e le responsabilità degli infortuni si rileva che la riduzione dei costi -tempi, per l'effettuazione delle singole operazioni di  movimentazione delle merci, rappresenta la causa primaria delle morti  e delle “mutilazioni” dei lavoratori portuali.
Se la riduzione dei costi è la causa primaria degli infortuni riteniamo che, oltre all'aumento  dei controlli ( interni ed esterni alle aziende ) sull'efficacia delle misure di prevenzione, sia fondamentale rafforzare il potere di deterrenza del rischio di sanzioni-azioni legali  nei confronti dei datori di lavoro.
A questo proposito ci poniamo la seguente domanda: se i datori di lavoro fossero consapevoli di rischiare, in caso di responsabilità connesse ad infortunio mortale o grave, l'accusa di omicidio o di lesione dolosa, sarebbero più attenti nella valutazione dei rischi e la conseguente adozione di misure di prevenzione adeguate? Noi pensiamo di sì e pensiamo che, per ridurre drasticamente il numero delle morti, degli infortuni e delle malattie da lavoro, sia fondamentale una legge che istituisca, in caso di responsabilità chiare, il reato di omicidio-lesione dolosa; che istituisca, cioè, un deterrente efficace per evitare che la riduzione dei costi (il profitto) prevalga sulla salute e la vita dei lavoratori.