Ennesimo operaio muore nel porto di Taranto: introdurre il reato di omicidio sul lavoro per fermare la strage

Inviato da iside il Mar, 03/22/2022 - 13:58
OMICIDIO SUL LAVORO TARANTO

Apprendiamo della morte di un operaio, Massimo de Vita di 45 anni, rimasto schiacciato nel porto di Taranto da una pesante grata durante le operazioni di scarico di pale eoliche, nella mattina di martedì 22 marzo. Quest’ennesima morte di un lavoratore, che segue quella di un altro uomo di 58 anni in un’azienda del vicentino lunedì 21, indica l’urgenza e la necessità di un provvedimento che introduca il reato di omicidio sul lavoro: unico modo per fermare la strage, lo sosteniamo da tempo.

Poche centinaia di metri distante nel porto tarantino era deceduto, un anno fa, un altro operaio di 48 anni, Natalino Albano. Come Rete Iside Onlus già lo scorso anno abbiamo prodotto un approfondimento sugli infortuni mortali e gravi nei porti italiani, rilevando che ben il 93% avviene durante le operazioni di carico e scarico merci. In circostanze come queste, infatti, troppo spesso le misure volte a garantire la sicurezza dei lavoratori sono aggirate o ignorate per ridurre i tempi ed accelerare i lavori, aumentando i profitti a scapito della salute dei lavoratori. Proprio per questo, a nostro avviso, è necessario costringere la parte datoriale a prendere le dovute contromisure, introducendo il reato di omicidio sul lavoro.

Rete Iside Onlus