Ucciso dalla caduta di un motore in officina, appassionato o dipendente irregolare? Istituire il reato di omicidio sul lavoro per fermare la strage

Inviato da iside il Gio, 07/13/2023 - 11:59
Ucciso dalla caduta di un motore in officina

È rimasto ucciso mentre lavorava ad un motore in un’officina torinese, Angelo Devito di 58 anni: mentre si trovava sotto il ponte sollevatore sul quale era issata la vettura il motore si è sganciato e lo ha colpito, inutili i soccorsi. L’ennesima morte di lavoro di un anno in cui le vittime sono già quasi 600, ma a gettare un ulteriore ombra tragica sulla morte del cinquantottenne sono i dubbi sul suo status di lavoratore: era un dipendente in nero dell’officina o, come sostiene il titolare, un semplice appassionato?

Se fosse come sostiene il titolare, ad ogni modo, Angelo Devito non avrebbe assolutamente dovuto essere messo in una situazione di rischio, ma purtroppo come sappiamo spesso simili “stratagemmi” sono utilizzati per coprire il lavoro nero e lo sfruttamento. Attendiamo i risultati delle indagini, ma ribadiamo con forza la nostra opposizione ad ogni tipo di lavoro in nero: lavorare con un contratto regolare è una delle prime tutele per il lavoratore anche sotto il punto di vista della salute e della sicurezza. Ricordiamo, infatti, che in ogni azienda deve essere presente un documento di valutazione dei rischi, ma purtroppo con i tagli al sistema pubblico anche le figure preposte al controllo ed all’attività ispettiva (i tecnici del Servizio Prevenzione e Sicurezza del Lavoro delle Asl, così come gli ispettori degli Ispettorati Territoriali del Lavoro) siano state fortemente indebolite.

Siamo convinti che l’unico deterrente possibile, ad oggi, sia istituire il reato di omicidio e lesioni gravi o gravissime sul lavoro: Solo in questo modo, infatti sarà possibile porre un freno alla strage di lavoratori e lavoratrici in corso nel nostro paese.

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