Questa volta l'omicidio sul lavoro ci tocca da vicino.
Sergei Robbiano, delegato USB all'aeroporto di Genova, è morto l'altra notte finendo in mare con la macchina di servizio con cui svolgeva la sua attività di controllo della pista. Non si hanno ancora notizie esatte sulla dinamica dell'accaduto ma alcune notizie, gravi, che lentamente stanno emergendo ci dicono che anche questa volta ci troviamo di fronte ad un omicidio sul lavoro.
Sulla pista dell'aeroporto di Genova, proprio nel punto in cui l'auto è finita in mare, le barriere sembra fossero state rimosse tempo fa per ordine della magistratura perché, in occasione di un incidente in fase di atterraggio occorso ad un aereo, sarebbero state in qualche modo coinvolte nell'incidente. Quindi non ci sarebbe stato nessun impedimento a che l'auto finisse in mare. L'altra verità che emerge riguarda il tardivo arrivo dei soccorsi. Nessuno era in contatto con Sergei mentre svolgeva di notte, da solo, il giro di ispezione della pista e quindi l'allarme è scattato con ritardo e soprattutto emerge che il nucleo sommozzatori dei Vigili del Fuoco è partito da Torino perché per il corpo nazionale VVF la Liguria oggi è accorpata al Piemonte a causa di una, più volte denunciata da USB, drammatica carenza di personale.
Seppure in queste ore il nostro compito principale non può essere che quello di stare affianco alla famiglia di Sergei, come Rete Iside, onlus che proprio sulla salute e la sicurezza sul lavoro è attiva da anni, ci proponiamo di costituirci parte civile nel processo che sicuramente si aprirà per individuare eventuali, a nostro avviso purtroppo esistenti, responsabilità sull'accaduto.
La morte del compagno Sergei ci spinge ad essere ancora più determinati nel sostenere Il disegno di legge per introdurre il reato di Omicidio sul lavoro che, assieme alla componente parlamentare ManifestA, abbiamo depositato alla Camera dei deputati.