Seconda ondata Covid-19, dati tragici dell'ultimo rapporto Inail: serve una legge sull'Omicidio sul Lavoro

Inviato da iside il Gio, 12/24/2020 - 10:25
serve una legge sull'Omicidio sul Lavoro

Il nuovo report dell'Inail (consultabile a questo indirizzo) ha svelato al paese i numeri tragici della pandemia sui luoghi di lavoro, un dato che non può sorprendere, alla luce di una seconda ondata in cui non sono state attivate le misure restrittive prese durante la prima e la maggior parte dei luoghi di lavoro nel paese è rimasta aperta. 

I contagi da Covid-19 denunciati all'Inail sul luogo di lavoro al giorno 30 novembre sono stati 104.328, cioè il 20,9% delle denunce di infortunio sul lavoro pervenute dall’inizio dell’anno, rappresentanti il 13% dei contagiati nazionali comunicati dall’Iss. Alla luce di questi dati ci pare necessario rilanciare con forza la nostra campagna sull'Omicidio sul Lavoro: nel nostro paese troppo siamo costretti a piangere la morte di lavoratori e lavoratrici a causa di scarse misure di sicurezza. 

Come abbiamo già sottolineato in passato il progressivo smantellamento delle figure preposte al controllo della sicurezza, che hanno sempre meno strumenti per intervenire, riguarda di certo il settore privato, ma anche quello pubblico; in un momento come quello che stiamo vivendo, caratterizzato dalla pandemia globale, questo fenomeno ha preso le dimensioni di una vera e propria strage. Il caso dei tre lavoratori dell'Ama di Roma, municipalizzata che si occupa dello smaltimento e della raccolta dei rifiuti, deceduti questa settimana dopo aver contratto l'infezione probabilmente anche a causa di scarse misure messe in campo dall'azienda, è soltanto il più recente di una lunga lista dolorosa.

Sempre secondo il rapporto dell'Inail i decessi a causa di un'infezione Covid contratta sul luogo di lavoro, al 30 novembre, sono stati ben 366: 34 in più del precedente rapporto e almeno 20 nel solo mese di novembre. 

Il settore della sanità e dell'assistenza sociale rimane il più colpito con il 68,7% delle denunce e il 23,7% dei casi mortali, ma tanti sono i contagi ed i decessi anche nell'amministrazione pubblica preposta alla sanità e il fenomeno è in triste aumento in ogni ramo di attività. Tra gli altri settori più colpiti ci sono poi: i servizi di supporto alle imprese, il manifatturiero, le attività dei servizi di alloggio e ristorazione ed il commercio. 

La maggior parte delle denunce di contagio ricadono sulla parte Nord del paese, con il Nord-Ovest che ha il primato con il 50,3% e la Lombardia dove si concentra il 30,5% dei casi. La città con maggiori denunce è Milano, con l'11,9%, seguita da Torino (7,6%), Roma (4,2%), e Napoli (3,9%)  Bergamo (2,6%). Questo in termini assoluti, ma i dati relativi ci mostrano come le province e le città del meridione sono state  colpite con forza dalla seconda ondata pandemica e registrano un preoccupante incremento: il numero di contagi e denunce sul luogo di lavoro in città come Reggio Calabria, Caltanissetta, Caserta e Salerno è praticamente triplicato. 

Dopo quella che il rapporto chiama una “tregua” estiva, la seconda ondata si è presentata con forza, soprattutto per le scarse misure di sicurezza prese da troppi attori, sia pubblici che privati.

Alla luce di questo nuovo report da parte dell'Inail, torniamo a chiedere l'istituzione del reato di Omicidio sul lavoro: basta lacrime di coccodrillo! Solo una forte deterrenza, data dal rischio di sanzioni penali molto dure, può costringere le imprese ad assumere tutte le misure di prevenzione necessarie ad evitare continue morti, anche quelle a causa della pandemia da Covid-19. 

 

Rete Iside Onlus