Riders: il lavoro a cottimo uccide, riconoscere diritti per tutelare la salute

Inviato da iside il Lun, 10/24/2022 - 14:41
Riders: il lavoro a cottimo uccide, riconoscere diritti per tutelare la salute

Come Rete Iside Onlus in passato abbiamo più volte denunciato le condizioni di lavoro inaccettabili dei riders nel nostro paese, costretti a delle situazioni di rischio concreto per la loro sicurezza dal meccanismo stesso del delivery e delle consegne a domicilio.

È tremenda, dal punto di vista umano, la storia rider fiorentino ucciso a 26 anni in un incidente stradale ad inizio ottobre e la cui famiglia ha visto disattivare l’account “per non rispetto dei termini e delle condizioni” da parte della multinazionale per la quale lavorava. Questa vicenda racconta di una realtà fatta di algoritmi che regolano i rimi di lavoro e vita, di un finto lavoro autonomo che di fatto è subordinato e precario, di ritmi insostenibili e gravi rischi per la salute e la sicurezza. Un nuovo scontro in strada stava per costare la vita ad un altro lavoratore sabato 22 a Milano: un’altra folle corsa che poteva finire in tragedia a causa di mancanza di diritti e tutele.

I riders, infatti, sono costretti di fatto a lavorare a cottimo, per consegna, con contratti spesso da finti autonomi che non garantiscono retribuzione oraria: è la mancanza di diritti che mette a rischio la loro vita. I mezzi sono a carico dei lavoratori, non ci sono ferie e malattia, né tredicesima o quattordicesima, per essere licenziati basta essere “disconnessi” dalla piattaforma della multinazionale di turno: questa situazione porta il rider ad effettuare più consegne possibili, in modo da poter racimolare uno stipendio completo.

Rete Iside, quindi, appoggia tutte le mobilitazioni dei lavoratori e delle lavoratrici del settore volte alla tutela dei loro diritti, a cominciare dal presidio convocato oggi lunedì 24 dalla Federazione del Sociale USB e dallo sciopero dei riders per il prossimo 2 novembre.

Rete Iside Onlus