Radio Tam Tam del 30 ottobre: sfruttamento e diritti nel lavoro domestico

Inviato da iside il Ven, 12/03/2021 - 16:24
Radio Tam Tam del 30 ottobre: sfruttamento e diritti nel lavoro domestico

Nella puntata di Martedì 30 ottobre, condotta dai nostri Jacouba ed Alessandro, abbiamo affrontato il tema del lavoro domestico, dello sfruttamento che molto spesso si trovano a dover fronteggiare le lavoratrici badanti, dei diritti che spesso loro vengono negati e delle azioni che è possibile intraprendere a tutela di chi lavora in questo settore. Abbiamo avuto il contributo delle compagne della rete nazionale delle lavoratrici domestiche che da anni si organizza insieme ad USB in questo difficile settore con Hryhorchuk Svitlana, Irina Anafansieva, Kachalova Nataliia, Olga Cherepanova ed il dottor Paolo Fierro; abbiamo ospitato anche Maria Claudia Lopez della comunità venezuelana e Suleyman della federazione USB di Viterbo.

La condizione di chi lavora nel settore del lavoro domestico, in stragrande maggioranza donne, è tra le più difficili in assoluto. Esiste infatti un contratto nazionale, ma nella maggioranza dei casi non viene rispettato e il settore è caratterizzato da un forte lavoro nero. La maggior parte delle lavoratrici che segue la rete nazionale delle lavoratrici domestiche proviene dall’est Europa e dall’ex Unione Sovietica, zone dove l’istruzione è stata sempre garantita: ci si trova di fronte, quindi, a tante lavoratrici laureate nel loro paese.

Quali sono i diritti ed i doveri delle lavoratrici domestiche? La badante deve di sicuro curare il proprio assistito, anche da un punto di vista sanitario, ma molti datori di lavoro richiedono anche interventi che non possono fare e che dovrebbero essere ad appannaggio di professionisti come OSS ed infermieri, una domestica ad esempio non può fare iniezioni non avendo formazione in tal senso. Dal punto di vista dei diritti il contratto nazionale è troppo spesso disatteso: la badante, infatti, non può lavorare 24 ore al giorno, il contratto prevede 54 ore alla settimana, non può essere reperibile continuamente come pensano molti datori di lavoro. La lavoratrice badante ha diritto ad 8 ore di riposo giornaliere e, sempre secondo il contratto, di una pausa di due ore. Anche quando il contratto prevede il pernottamento a casa dell’assistito, anche quando la badante deve alzarsi di notte, il lavoro va retribuito.

La più grande difficoltà delle lavoratrici domestiche è mantenere la distanza ed il distacco lavorativo, spesso sacrificando la propria stessa famiglia dove i figli spesso crescono da soli. Il lavoro domestico è un lavoro usurane, come tale deve essere riconosciuto: è questa una delle grandi sfide per la sindacalizzazione dei lavoratori migranti. Le lavoratrici domestiche subiscono tanti infortuni sul lavoro, soprattutto al centro e al nord Italia, contraendo anche malattie professionali perché spesso si trovano a vivere e lavorare in un ambiente non salubre. Il dovere di prevenire gli infortuni sul lavoro è a carico del datore di lavoro, ma molte lavoratrici non ne sono a conoscenza.

La stragrande maggioranza delle lavoratrici domestiche sono donne, che in Italia troppo spesso vengono viste come lavoratrici di serie B e dove non esiste parità di genere. È importante accendere riflettori in tutto il mondo da questo punto di vista: a cominciare dai territori è necessario lavorare sui diritti universali.

Un grave problema in questi mesi è stato l’ottenimento del green pass quando le lavoratrici e i lavoratori stranieri sono stati vaccinati con un siero non riconosciuto dalle nostre istituzioni, inoltre spesso si trovano allontanati dal servizio sanitario nazionale.

È fondamentale quindi procedere nell’organizzazione delle lavoratrici domestiche, per fare in modo di non farle sentire sole e costruire una rete utile per la difesa dei loro diritti.

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