Rete Iside Onlus scrive all'INAIL per conoscere i dati ufficiali, mai pubblicati, degli infortuni occorsi a studenti in alternanza scuola lavoro.
Negli ultimi giorni tutto il paese è stato scosso dalla tremenda notizia della morte del giovane Lorenzo Parelli, diciottenne deceduto alla sede di Lauzacco (Pavia di Udine) della Burimec dove svolgeva un progetto di alternanza scuola-lavoro. Il giovane, dalle prime ricostruzioni, sembra sia stato colpito da una putrella trovandosi in una zona a rischio dello stabilimento.
Come Rete Iside Onlus esprimiamo grande cordoglio per la morte di Lorenzo, diamo la nostra solidarietà alla famiglia ed agli amici del giovane friulano e ci uniamo a tutti coloro che chiedono chiarezza e, soprattutto, l’abolizione definitiva dell’alternanza scuola-lavoro. Per questo abbiamo deciso di scrivere una lettera all’Inail, per conoscere dati ufficiali degli infortuni in alternanza, che ad oggi non sono mai stati pubblicati.
Lorenzo, infatti, non è soltanto l’ennesimo assassinio perpetuato nei posti di lavoro a causa di misure di sicurezza insufficienti, ritmi di lavoro eccessivi e turni massacranti per pochi euro di produttività in più: ricordiamo come, solo nelle 24 ore immediatamente successive alla morte di Lorenzo, sono state ben 7 le vittime del lavoro come riporta l’Unione Sindacale di Base, organizzazione sindacale con cui Rete Iside ha una solida collaborazione e con la quale condividiamo la battaglia per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro.
Lorenzo è rimasto vittima di un vero e proprio sistema di sfruttamento organizzato e legalizzato, che coinvolge aziende e istruzione pubblica: l’alternanza scuola-lavoro, inaugurata dalla cosiddetta “buona scuola” del governo Renzi, oggi chiamata PCTO, non è stata altro che un modo per le aziende per ottenere manodopera gratuita. Le colpe della morte di Lorenzo, a nostro avviso, ricadono su precisi responsabili politici: il giovane friulano non si sarebbe dovuto trovare in fabbrica, ma dietro i banchi di scuola! La sua morte è l’ultimo, gravissimo, episodio di una lunga scia di infortuni che i nostri studenti hanno subito nelle ore di alternanza; tempo che, invece di essere destinato all’apprendimento ed alla formazione, è stato letteralmente rubato al giovane e a migliaia di suoi coetanei per fornire alle aziende un’ulteriore opportunità di profitto.
L’alternanza scuola lavoro va abolita, in ogni sua forma. Stando a fonti giornalistiche, come un recente articolo uscito su La Stampa, gli infortuni gravi in alternanza scuola lavoro sono stati parecchi da quando questa esiste. Nell’ottobre 2017, in una azienda di La Spezia, uno studente rimane schiacciato sotto un carrello elevatore, riportando fratture ad una gamba; sempre nello stesso anno, ma a dicembre, a Faenza un diciottenne rimane gravemente ferito nel crollo della gru sulla quale stava lavorando insieme ad un lavoratore il quale, purtroppo, rimane ucciso. Nel maggio 2018, sempre nella Pavia di Udine che in questi giorni piange Lorenzo, uno studente ha mano e polso amputai da una fresa in un’industria che lavora l’alluminio. Il mese successivo, a Montemurlo in provincia di Prato, uno studente perde la falange di un dito mentre stava utilizzando un trapano. Nel febbraio 2020, a Genola (Cuneo), un giovane in alternanza rimane schiacciato da una cancellata che gli crolla addosso dopo essere uscita dal binario, verrà ricoverato poi in terapia intensiva. Nel 2021 uno studente cade da cinque metri di altezza riportando gravissime ferite, a Rovato in provincia di Brescia, mentre si trovava su una piattaforma aerea per installare uno striscione.
Questi sono solo alcuni esempi ed una lista, probabilmente, parziale: ad oggi non esistono rapporti Inail specifici per quanto riguarda gli incidenti in alternanza scuola lavoro. Le banche dati dell’istituto, però, conteggiano infortuni e decessi per fasce di età, ed il dato per gli infortuni tra i 15 ed i 19 anni dal 2016 ad oggi è sconfortante, trattandosi di una fascia di età dove insiste in parte l’obbligo scolastico: si parla di 32.000 infortuni l’anno, di cui mortali circa 14 ogni anno. Numeri decisamente allarmanti, su cui è necessario fare chiarezza e contro i quali è necessario prendere contromisure.
Siamo convinti che tutti questi gravi infortuni e la morte di Lorenzo potevano e dovevano essere evitati: l’alternanza scuola lavoro va abolita, non forma i nostri ragazzi ma fornisce soltanto manodopera gratuita alle aziende, mettendoli in situazioni di oggettivo rischio.
Per questo siamo dalla parte di tutti coloro che, come l’USB Scuola e l’organizzazione studentesca OSA, chiedono da tempo l’abolizione dell’alternanza, una misura che già all’epoca della sua entrata in vigore ci appariva terribilmente sbagliata sotto tutti i punti di vista. Che questo tema, così come quello della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro, torni agli onori della cronaca solo dopo la morte di un ragazzo di diciotto anni, è la parte di certo più triste ed ingiusta di questa storia.
Lorenzo non è soltanto l’ennesimo morto di lavoro: è stato ucciso da un sistema di formazione scolastico ormai piegato alle logiche del profitto e segnato da decenni di aziendalizzazione. Siamo convinti che sia il momento di porre fine a tutto questo, ridando dignità alla scuola pubblica facendola tornare ad essere il luogo dove si formano cittadini adulti, non più soltanto braccia da sfruttare.
Rete Iside Onlus