In pensione sempre più tardi: troppi lavoratori avanti con gli anni svolgono mansioni a rischio

Inviato da iside il Lun, 06/12/2023 - 15:55
In pensione sempre più tardi

Analizzando i dati di decessi ed infortuni sul lavoro salta immediatamente all’occhio la mole di coloro che, pur essendo in età pensionabile o quasi, svolgono mansioni ad alto rischio: la classe d’età più colpita, infatti, è sicuramente quella tra i 55 ed i 64 anni. Secondo l’Inail, che raccoglie questi dati sulla piattaforma Infor.MO, nel quinquennio 2011-2015 ben il 35% degli infortuni mortali hanno colpito a lavoratori anziani.

Spesso, infatti, lavoratori troppo avanti con l’età sono costretti a svolgere mansioni a rischio, che non dovrebbero essere svolte da chi è vicino alla pensione. L’innalzamento dell’età pensionabile, progressivamente sempre più alta nel nostro paese a causa di provvedimenti come la Legge Fornero, è direttamente responsabile di questo fenomeno. Tra i settori più colpiti l’agricoltura, con lavoratori ultrasessantenni che spesso manovrano macchinari agricoli e attrezzi pericolosi, spesso anche in presenza di patologie invalidanti che sorgono con l’età. Anche in edilizia sono tanti i morti di lavoro anziani, così come in tutti i settori operai. Molti svolgono mansioni usuranti, incompatibili con lo scorrere del tempo e che possono far insorgere patologie anche gravi.  

Per fermare la strage, insieme al ripensare il sistema pensionistico in modo che non si debba essere più costretti a lavorare oltre una certa età combattendo anche precariato e lavoro povero nelle nuove generazioni, occorre introdurre nel codice penale il reato di omicidio e lesioni gravi e gravissime sul lavoro. Solo in questo modo, finalmente, potremmo avere uno strumento di deterrenza contro le morti di lavoro, causate da chi vede nella salute e nella sicurezza un costo da ridurre per aumentare i profitti.

Rete Iside