Morire di lavoro a soli 20 anni, questo è quanto successo al giovane Raffaele Vergara di Acerra che ha perso la vita oggi 19 luglio a Frattamaggiore, incastrato in un macchinario per la macinatura delle spezie.
Unione Sindacale di Base e Rete Iside condannano questo nuovo omicidio sul lavoro, che ricorda in modo sinistro quello di Luana D’Orazio, anche lei stritolata da un macchinario il 3 maggio 2021.
I macchinari industriali, come quello su cui lavorava Raffaele, non dovrebbero permettere la possibilità di caduta o trascinamento in parti rotanti e in movimento: per essere a norma devono essere dotati di carter e protezioni per impedire l’accesso alle zone pericolose quando la macchina è in funzione, così come dovrebbero avere meccanismi di blocco istantaneo se in queste parti dovesse entrare un corpo esterno o dei comandi che non permettano di mettere le mani in zone a rischio. Quello di Raffaele, quindi, si configura come un vero e proprio omicidio.
Per noi ogni morte di lavoro è inaccettabile, quella di un ragazzo di 20 anni è qualcosa che non vorremmo mai dover commentare. Eppure, dopo il caso del diciottenne precipitato per dieci metri a Fermo pochi giorni fa, siamo di nuovo costretti a leggere una notizia simile.
USB e Rete Iside hanno promosso, insieme ad altri soggetti politici e sociali, una legge di iniziativa popolare che introduce il reato di omicidio e lesioni gravi o gravissime sul lavoro. Siamo convinti che solo uno strumento di deterrenza reale possiamo fermare questa strage quotidiana: le misure di sicurezza sono spesso viste come un costo, da ridurre per aumentare i profitti. La nostra proposta vuole quindi avere un effetto pratico ed immediato, invitiamo cittadini e cittadine a sostenerla e sottoscriverla ai banchetti ed alle iniziative che stiamo organizzando in varie città italiane.
Alla famiglia e agli amici di Raffaele va tutta la nostra solidarietà ed il nostro sostegno incondizionato.
Unione Sindacale di Base
Rete Iside Onlus