Luana uccisa per aumentare la produttività dell’8%: ora basta serve il reato di omicidio sul lavoro

Inviato da iside il Gio, 10/07/2021 - 14:19
Luana uccisa per aumentare la produttività dell’8%

Si sono chiuse le indagini per la morte di Luana D’Orazio, giovane operaia uccisa sul lavoro lo scorso 3 maggio a Montemurlo, nel pratese, a causa della manomissione dell’orditoio al quale stava lavorando.

Dalle indagini emerge come la manomissione del macchinario, dove era stato alzato il cancello di sicurezza che avrebbe impedito il trascinamento e il conseguente schiacciamento della ventiduenne, garantiva un misero aumento della produzione dell’8%.

Sconvolge capire che la vita di una giovane lavoratrice vale così poco; alle ipotesi di reato di omicidio colposo e rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro non sono state riconosciute ulteriori aggravanti. Secondo noi, invece, la rimozione di un dispositivo di sicurezza che avrebbe impedito la morte di Luana è un vero e proprio assassinio, che andrebbe trattato come tale.

Questa è l’ennesima dimostrazione di quanto sosteniamo da tempo: che le misure di sicurezza vengono troppo spesso aggirate in nome del profitto e della produttività, anche per un misero 8% in più. Il quadro giuridico, ad oggi, non è sufficiente per rendere giustizia ai troppi morti di lavoro di questo paese. Per questo siamo convinti che solo tramite l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro si possa porre un argine a questa vera e propria strage, che conta già centinaia di vittime solo quest’anno; una norma simile costringerebbe la parte datoriale ad adottare quelle misure di sicurezza che, troppo spesso, vengono sistematicamente ignorate per velocizzare macchinari ed operazioni di lavoro esponendo i lavoratori a rischi anche mortali.

Vogliamo giustizia per Luana e per tutte e tutti gli altri morti di lavoro.

Rete Iside Onlus