Il governo Draghi modifica il Dlgs 81/08, niente di concreto per la salute e la sicurezza sul lavoro

Inviato da iside il Mar, 10/19/2021 - 17:38
Il governo Draghi modifica il Dlgs 81/08

Le morti e gli infortuni sul lavoro sono in costante aumento in tutto il paese, ormai si contano centinaia le vittime di eventi mortali sui luoghi di lavoro solo quest’anno, tanto che anche per il governo è diventato impossibile far finta di nulla. Nell'art 15 dell'ultimo Decreto Legge "recante misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili" il governo Draghi, ha effettuato delle modifiche ad alcuni articoli del DLGS 81/08.


Già nello scorso maggio presentammo le nostre proposte in materia di prevenzione infortuni e malattie professionali. Ricordiamo come, da tempo, la nostra associazione porta avanti la campagna per istituire una legge che preveda il reato di omicidio sul lavoro, insieme alla costante denuncia di come le figure preposte al controllo della sicurezza sul lavoro siano state, negli anni, private di molti strumenti di intervento a seguito di tagli e razionalizzazioni.


Le nuove modifiche, per come sono state presentate dai media, si propongono di ridurre i rischi sul lavoro; questo si verificherebbe attraverso il potenziamento dell'attività di vigilanza degli organi ispettivi e delle sanzioni per i datori di lavoro. Ma è proprio così? Vediamo, in modo sintetico, quali sono queste modifiche e cosa cambia realmente rispetto alle misure previste dal Dlgs 81/08.


Modifiche all'articolo 13 del Dlgs 81/08 sulla vigilanza


Questa modifica prevede l'ampliamento dell'attività di vigilanza dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) a tutti i settori di attività; vigilanza che attualmente è prevista solo per alcuni settori ad alto rischio (come il settore delle costruzioni ecc). Si tratta di una modifica, in teoria, positiva perché amplia i poteri di vigilanza sulla sicurezza del lavoro agli ispettori dell'INL; ispettori che hanno, al contempo, anche potere di verifica su tutti gli altri aspetti della condizione di lavoro, ad esempio per quanto riguarda la regolarità contributiva.


Ma quale può essere l'impatto reale di questa misura, rispetto all'attività di vigilanza sulla salute e la sicurezza del lavoro? È necessario ricordare come l'attività ispettiva svolta ad oggi delle Asl riguarda, in media, il 2-3% delle aziende; negli ultimi 10 anni il numero degli ispettori Asl, inoltre, è stato ridotto di oltre il 50% da 7mila a circa 2mila mentre il numero attuale degli ispettori tecnici dell’INL è di poche centinaia.


Se si considerano questi fattori è facile dedurre che l'ampliamento dei poteri di vigilanza per gli ispettori dell'INL, già sovraccarichi di lavoro, e la previsione dell'assunzione solo di altri 1024 ispettori, non avrà un impatto significativo sull'attività di vigilanza e, di conseguenza, sul potere di deterrenza dei controlli sui datori di lavoro.


Modifiche all’articolo 14 del Dlgs 81/08 su sanzioni e sospensione dell'attività


Quali sono le modifiche del nuovo decreto sui criteri che determinano la sospensione dell'attività di un'azienda rispetto alla violazione di norme sulla salute e la sicurezza del lavoro?


Nel Dl 2021 si parla, con molta enfasi, del fatto che la soglia della percentuale di lavoratori non in regola, che fa scattare la sospensione dell’attività dell’azienda, viene ridotta al 10%, rispetto al 20% previsto dal Dlgs 81/08; a nostro avviso lasciare un margine, oltretutto sempre ampio, alle aziende non è accettabile.
In questo decreto, come nel Dlgs 81 del 2008, si parla ancora di criteri, per definire la sospensione dell'attività di un'azienda, che devono essere individuati in un apposito decreto del Ministero del lavoro, ancora da emanare dopo 13 anni.


In attesa dell'emanazione di questo famoso decreto si applicano dei criteri previsti in una tabella: le violazioni alle norme sulla salute e la sicurezza, previste in questa tabella 2021, sono identiche a quelle già definiti in allegato all'art 14 del Dlgs 81/08. Si tratta di violazioni rispetto agli obblighi fondamentali previsti dal Dlgs 81/08; obblighi che, almeno dal punto di vista formale, qualsiasi datore di lavoro riesce ad ottemperare.


Consideriamo, ad esempio, l'obbligo di elaborazione del documento di valutazione dei rischi (DVR): qualsiasi datore di lavoro si può rivolgere ad un consulente che gli redige un DVR. Per rendere efficace la norma si sarebbe dovuto prevedere la sospensione dell'attività di un'azienda, anche nel caso in cui il DVR non corrisponde ad un'analisi corretta dei rischi realmente presenti in un luogo di lavoro. I datori di lavoro sarebbero costretti ad effettuare delle valutazioni dei rischi corrette e, di conseguenza, ad applicare delle misure di prevenzione veramente efficaci per la tutela della salute dei lavoratori; invece, nel nuovo decreto, si riduce ai minimi termini il potere di deterrenza della minaccia di sospensione dell'attività.


Nel nuovo decreto l'importo delle sanzioni aggiuntive, previste dal Dlgs 81/08, è stato ridotto; si passa infatti da una sanzione unica di 3200 € a sanzioni differenziate, ed inferiori, per le differenti tipologie di violazioni.


Modifiche all’articolo 51 del Dlgs 81 sugli Organismi Paritetici


Gli aspetti che consideriamo negativi del Dlgs 81/08, sul potere degli Organismi Paritetici di certificare l'adozione da parte di un'azienda dei cosiddetti sistemi di gestione sulla salute e la sicurezza, con la conseguente riduzione del premio assicurativo Inail, vengono ulteriormente peggiorati con il nuovo decreto: si tratta, in sostanza, del recepimento da parte del governo della cosiddetta "patente a punti" richiesta con forza, come panacea per risolvere tutti i problemi, dalla triplice sindacale.


Sulla base di questa modifica gli organismi paritetici, composti da esponenti delle imprese e dei sindacati, hanno ancora maggior potere per decidere "congiuntamente" se un'impresa è "virtuosa" rispetto alla tutela della salute dei lavoratori e, di conseguenza, ha diritto ad un premio; come, ad esempio, la riduzione dell'importo dell'assicurazione Inail. 


La montagna ha partorito un topolino


Gli incontri governo-sindacati, nonostante la drammaticità degli infortuni mortali di questo periodo, non hanno quindi prodotto niente di concreto rispetto ad una reale tutela della salute di lavoratrici e lavoratori, dal mese di gennaio 2021 ad oggi oltre 800 morti sul lavoro con un incremento dell’8% di infortuni rispetto all’anno precedente, ed ora ci tocca pure sopportare l’ipocrita indignazione di politici  ministri giornalisti, degli stessi sindacalisti che in TV o sui social spandono lacrime di coccodrillo, visto che non sono mai intervenuti quando dovevano e potevano per arrestare questa mattanza.

Al contrario in molti si sono spesi per approvare e sostenere leggi che hanno devastato i diritti dei lavoratori e la loro salute e sicurezza sul lavoro. L’assunzione di 1024 ispettori non è neppure la classica goccia nel mare, è niente visto che di ispettori ne servirebbero almeno 50.000 insieme all’abolizione di quelle leggi che dagli anni 80 in poi hanno depenalizzato l’apparato sanzionatorio, le misure che hanno depotenziato quest’attività trasferendoli in massa in altre amministrazioni o in mansioni diverse, mentre la precarietà, la flessibilità, i ricatti hanno minato la capacità dei lavoratori di far valere i loro diritti.


Rete Iside Onlus