Funivia del Mottarone, già nel 2019 segnalate le problematiche, tutele per chi denuncia

Inviato da iside il Gio, 09/30/2021 - 17:01
Funivia del Mottarone

Emergono nuovi sconcertanti dettagli sulla tragedia del Mottarone in cui, a seguito dello schianto della cabina 3 della funivia lo scorso 14 maggio, 14 persone hanno perso la vita lasciando unico superstite il piccolo Eitan di 6 anni: un ex dipendente, ascoltato dalla procura di Verbania, ha consegnato delle registrazioni che dimostrano come la cabina avesse problemi all’impianto frenante già dal 2019.

Il lavoratore in questione già all’epoca aveva segnalato come l’impianto frenante di emergenza presentasse seri problemi, in particolare perdite di olio dalla centralina: alla sua segnalazione del problema e alla richiesta di annotarlo nel libro di vettura, i datori di lavoro hanno risposto minacciandolo di licenziamento e dicendo “tanto la funivia non cade”.

Un elemento che conferma ancora la nostra interpretazione della vicenda: facendo viaggiare la funivia con il “forchettone” inserito si è preferito il profitto sulla salute degli utenti e dei dipendenti della stessa. Ma non solo: la vicenda del lavoratore, minacciato di licenziamento per aver denunciato un grave rischio per la sicurezza sua e degli utenti è, a nostro avviso, un ricatto inaccettabile.

Come Rete Iside Onlus siamo convinti che non sia possibile quella collaborazione tra parte datoriale e lavoratori sul piano della salute e della sicurezza, come previsto dalla legge 81, se questi non sono in una situazione paritaria. La minaccia di licenziamento subita dall’operatore che denuncia la mancanza di sicurezza è esplicativa di quanto, ad oggi, non si possa instaurare tale rapporto paritario in migliaia di posi di lavoro; proprio l’assenza di tutele per il lavoratore ne è la causa.

Il lavoratore che denuncia dovrebbe poter beneficiare di un “regime di tutela” come previsto in altri casi di denuncia, è quindi assolutamente necessario mettere chi lavora nella condizione di poter difendere la propria salute e quella degli altri con un intervento legislativo. Un intervento che riguardi anche il potere contrattuale degli RLS, troppo spesso ignorati, il potenziamento delle figure ispettive delle ASL, ad oggi sotto organico e senza strumenti di intervento adeguati, e soprattutto un'introduzione del reato di omicidio sul lavoro.

Rete Iside Onlus