C’è una guerra di cui pochi parlano: la nostra campagna per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro

Inviato da iside il Lun, 06/06/2022 - 12:48
C’è una guerra di cui pochi parlano

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La salute e la sicurezza sul lavoro rappresentano il campo di azione principale di Rete Iside Onlus, anche se non l’unico. Su questo tema ci siamo sempre spesi, collaborando attivamente con sindacati come l’Unione Sindacale di Base con cui ci lega una lunga e solida collaborazione. Proprio con USB e con le deputate della componente politica alla Camera ManifestA abbiamo elaborato un progetto di legge che introduce il reato di omicidio sul lavoro. Lo abbiamo fatto perché le morti e gli infortuni gravi sul lavoro sono una vera e propria piaga del nostro paese, con numeri da bollettino di guerra.

Contrariamente a chi porta avanti proposte vuote e propagandistiche abbiamo deciso di fare qualcosa di concreto, proponendo l’introduzione di questa nuova fattispecie di reato. In Italia troppi datori di lavoro tagliano sulla sicurezza per diminuire tempi di lavorazione e aumentare i profitti: il reato di omicidio sul lavoro va quindi inteso come uno strumento di deterrenza nei confronti di coloro che speculano sulla vita dei lavoratori.

Esplorando i dati forniti in particolare dall’Inail, anche tramite la piattaforma Infor.MO, il sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali e gravi sul lavoro, riusciamo a comprendere le dimensioni del fenomeno in tutta la sua crudezza: una strage da più di tre morti al giorno! Nel solo 2021 sono stati 555.000 gli infortuni segnalati all'Inail, mentre sono 55.000 i lavoratori ad aver contratto una patologia di origine professionale nello stesso anno.

Il 20% degli infortuni mortali avviene in agricoltura, che sembra essere il settore più colpito insieme a logistica ed edilizia. Il 42% degli infortuni mortali avviene tra gli over 50, troppo spesso, anche a causa delle politiche che continuano ad alzare l'età pensionabile, lavoratori e lavoratrici avanti con gli anni si trovano a svolgere mansioni non adeguate alla loro età. Il 30% delle morti sul lavoro, è causato da cadute dall’alto. Troppo spesso, infatti, i lavoratori non sono forniti di necessari DPI a norma, quali imbracature e caschi, o i ponteggi su cui si trovano a lavorare non sono stabili. Questo avviene in settori come l’edilizia, ma anche nei magazzini della logistica o durante le operazioni di carico e scarico merci negli scali portuali.

Purtroppo, inoltre, un fenomeno decisamente troppo diffuso è quello dei macchinari manomessi per aumentare la produttività, come nel caso della giovane Luana D’Orazio e di tanti altri. I turni massacranti nella logistica, il compenso “a cottimo” dei riders, i decessi in sanità aumentati a dismisura con la pandemia ed i rischi che corrono gli operai edili a causa dei tanti appalti e subappalti fioriti grazie al superbonus 110%, la mattanza nei porti in particolare nelle operazioni di carico/scarico… questi sono alcuni degli aspetti della guerra di cui pochi parlano nel nostro paese: quella contro lavoratrici e lavoratori.  Il 2022 non sta portando alcun tipo di miglioramento, sono almeno 450 i morti di lavoro che abbiamo contato insieme ad USB, tra decessi sul luogo di lavoro o in itinere.  

Mettiamo fine alla strage, firmiamo in sostegno della legge che introduce il reato di omicidio sul lavoro.

Rete Iside Onlus