Aderiamo alla campagna social per non dimenticare Luana D’Orazio: basta omicidi sul lavoro

Inviato da iside il Gio, 06/29/2023 - 11:51
Aderiamo alla campagna social per non dimenticare Luana D’Orazio: basta omicidi sul lavoro

Il 3 maggio del 2021 la giovanissima Luana D’Orazio, di soli 22 anni, è stata uccisa nella fabbrica in cui lavorava a Montemurlo, in provincia di Prato: un vero e proprio omicidio sul lavoro, tra i più impressionanti degli ultimi anni per la giovane età della vittima e per le terribili circostanze del decesso. Luana è stata risucchiata dall’orditoio sul quale stava lavorando, con un contratto da apprendista; al macchinario erano state rimosse le misure di sicurezza che avrebbero dovuto salvare la vita alla giovane lavoratrice, tutto per l’8% di produttività in più.

Alberto Orlandi, compagno di Luana, ha lanciato una campagna social in occasione del compleanno della ragazza, che il prossimo 30 giugno avrebbe compiuto 25 anni. Di seguito il video appello di Alberto, che ci è stato mandato dalla madre di Luana, Emma Marrazzo, cui Rete Iside aderisce convintamente.

Clicca qui per il link al video 

La morte di Luana, a nostro avviso, rappresenta un caso purtroppo esemplare della vera e propria strage di lavoratrici e lavoratori in corso nel nostro paese. Non dimenticare Luana significa portare avanti la memoria di tutti coloro che hanno perso la vita sul lavoro in questi anni: le misure di sicurezza, ancora oggi, vengono viste come un costo da ridurre per aumentare i profitti, senza pensare alla salvaguardia delle vite di chi lavora su macchinari non a norma.

Per questo siamo convinti che occorra una legge che introduca il reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi o gravissime: non possiamo più permettere che speculare sulle vite di lavoratori e lavoratrici sia una pratica considerata accettabile, perché in fondo non si rischia più di tanto. La mamma di Luana, Emma, ha firmato l’appello in sostegno alla raccolta firme, consultabile sul sito leggeomicidiosullavoro.it.

I titolari della ditta in cui era impiegata Luana, infatti, hanno ricevuto pene inferiori ai due anni con sospensione condizionale, grazie ad una sentenza frutto di patteggiamento. Il reato rilevato è stato omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele antinfortunistiche. Con l’istituzione del reato di omicidio sul lavoro la pena sarebbe stata di 18 anni, la sola presenza della norma avrebbe, a nostro avviso, consigliato ai responsabili di non manomettere l’orditoio su cui lavorava Luana.

In queste ore il nostro pensiero va ai familiari di Luana, alla madre, al compagno e soprattutto al figlio. Non dimenticheremo Luana e continueremo la nostra campagna per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro nel suo nome come in quello delle migliaia di vittime del lavoro in Italia.

Rete Iside