Aboliamo Frontex: puntata di Radio Tam Tam del 14 dicembre

Inviato da iside il Gio, 12/16/2021 - 16:54
Aboliamo Frontex

Nella scorsa puntata di Radio Tam Tam, andata in onda martedì 14 dicembre, abbiamo affrontato il tema dell’abolizione di Frontex, famigerata agenzia europea finalizzata al controllo dei confini e delle coste. Nelle ultime settimane, infatti, è partita la protesta contro Frontex dal Politecnico di Torino: con questa, infatti, l’ateneo piemontese ha degli accordi di collaborazione che prevedono assistenza all’agenzia da un punto di vista cartografico. Dal dissociarsi di un docente, alle protese dei sindacati e degli studenti, è partita la mobilitazione che continuerà anche in tante altre città italiane sabato 18.

I nostri ospiti sono stati: Ada, dell’Organizzazione Giovanile Cambiare Rotta che sta animando le protese al Politecnico, Giorgio Cremaschi, Patrick Kondé dell’USB Braccianti del Piemonte, Hervé della ONG LISAD collegato dalla Costa D’Avorio, Vanessa di Mediterranea Saving Humans e Paolo Barisone sindacalista del Politecnico USB.

Abbiamo anche avuto aggiornamenti proprio per quanto riguarda la situazione nell’ateneo Torinese, che in un senato accademico straordinario ha inserito una clausola secondo la quale le informazioni cartografiche date a Frontex dal Politecnico non dovrebbero riguardare operazioni militari. Uno specchietto per le allodole, visto il contesto in quale opera Frontex, finalizzato soltanto a ripararsi dalle polemiche. Anche in questa occasione gli attivisti si sono radunati in presidio di fronte al Politecnico per protestare conro l’agenzia Frontex.

Frontex fa parte di un modello di vero e proprio “fascismo dei confini”, dove cadono tutti i principi di diritto di cui l’Unione Europea si fa a parole portatrice, con migliaia di persone internate in veri e propri lager come quello dell’isola di Lesbo o in Libia, oppure lasciate a morire in mare. I migranti sono trattenuti in paesi come la Turchia secondo accordi con l’Unione Europea, o ancora nei lager libici grazie agli accordi di Minniti rinnovati ancora dall’attuale Ministra dell’Interno Lamorgese. I migranti vengono utilizzati come merci, armi da buttarsi addosso con una logica di potenza: in un’operazione di discriminazione totale che orna dentro la nostra società come razzismo, violenza, sfruttamento sul lavoro e mancanza di diritti.

Ci sono storie come quella di Hervé, che provando ad arrivare in Europa è stato venduto come schiavo una volta arrivato in Libia, riuscito a tornare in Costa d’Avorio ha deciso di lottare contro la tratta di esseri umani con la sua associazione LISAD, tramite sostegno medico, giuridico e psicologico ad esempio. Bisogna affrontare la questione dell’immigrazione alla radice, ci sono cause politiche, economiche e conflitti: a molti l’arretratezza e la povertà dei paesi africani fa comodo. Finché l’Africa non avrà libertà economica dal neocolonialismo le migrazioni continueranno. La migrazione regolare non è resa possibile, con passaporti che non hanno lo stesso peso e che impediscono di spostarsi, ed è una questione di classe dove chi proviene da un paese povero si trova discriminato.

È necessario rompere gli accordi con i paesi come la Libia che schiavizzano letteralmente i migranti, esternalizzando in pratica le frontiere, con prigioni e lager anche gestite da manager e privati. Qui si subisce violenze, come stupri sistematici e vessazioni di ogni genere. Anche lungo la rotta balcanica si perpetuano continue violenze pur di non far arrivare in Europa i migranti.

Per tutti questi motivi è fondamentale abolire Frontex, braccio armato delle politiche europee di respingimento dei migranti.

Rete Iside Onlus

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