Stando ai dati ISTAT, in Italia, 6 milioni e 788 mila donne hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Questo accade a tutti i livelli della società, un fenomeno strutturale che Rete Iside intende combattere, a cominciare dai posti di lavoro.
Come Rete Iside Onlus riteniamo che le molestie, la violenza e le discriminazioni di genere, che tante donne e persone LGBTQI+ subiscono sui propri posti di lavoro, sono da considerarsi un vero e proprio attacco alla salute e sicurezza delle lavoratrici.
In Italia, sempre secondo i dati ISTAT del 2018, circa 1,4 milioni di donne dichiarano di aver subito ricatti e molestie sessuali sul luogo di lavoro, mentre nell’Unione Europea una donna ogni sei dichiara di aver subito molestie, violenze o attenzioni sessuali indesiderate sul lavoro. La maggioranza delle donne che subiscono ricatti sessuali, nell’80,9% dei casi, non ne parla con nessuno sul posto di lavoro; quasi nessuna, appena l’1,2% denuncia il fatto alle Forze dell’Ordine, fra queste, inoltre, solo il 77,1% arriva poi a firmare un verbale di denuncia. Questo accade perché manca una reale rete di protezione per le donne che denunciano, dai Centri Antiviolenza alle case rifugio fino ai consultori così come sono assenti percorsi di formazione delle forze dell'ordine, del personale sanitario, degli avvocati in grado di non sottovalutare il fenomeno. Troppo spesso chi denuncia si ritrova sotto lo stesso tetto e/o luogo di lavoro con il suo aguzzino mettendo ancora più a rischio la propria vita e quella dei propri figli.
Ad inizio 2021 l’Italia ha ratificato la Convenzione ILO n. 190 sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro, tramite la legge 4 del 15/01/2021, ed in particolare la Raccomandazione n.206. Questa convenzione dell’International Labour Organization indica le violenze e le molestie come un insieme di pratiche inaccettabili o la minaccia delle stesse che comportino un danno fisico, psicologico, sessuale o economico. La violenza e le molestie di genere, tra queste, indicano quelle perpetuate nei confronti di persone in ragione del loro sesso o genere, o colpiscono persone di un sesso o un genere specifico, comprendendo anche le molestie sessuali. Per questo la Convenzione ha l’obbiettivo di instaurare un clima di tolleranza zero nei confronti di queste condotte: gli stati sono tenuti ad adottare, quindi, misure di prevenzione e contrasto alla violenza e alle molestie nel mondo del lavoro.
La Convenzione estende le tutele anche alle persone che lavorano indipendentemente dallo status contrattuale, quindi a tirocinanti, apprendisti, licenziati, volontari fino ad arrivare a chi non ha un contratto. Investe quindi ogni settore, pubblico e privato, formale ed informale.
Le molestie e le violenze di genere e sessuali, quindi, rientrano a pieno titolo tra i rischi che una lavoratrice può incontrare sul lavoro, devono essere quindi oggetto di politiche pertinenti, come sono quelle in materia di salute e sicurezza, parità e non discriminazione sul lavoro.
Come Rete Iside Onlus, quindi, lanciamo oggi 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne, un percorso di formazione legale e sindacale per la prevenzione ed il contrasto della violenza di genere, che realizzeremo insieme alle strutture della Unione Sindacale di Base.
Rete Iside Onlus