Sei anni fa moriva sul lavoro Leonardo Quinti, la figlia e i familiari ancora chiedono giustizia

Inviato da iside il Gio, 04/06/2023 - 14:39
Sei anni fa moriva sul lavoro Leonardo Quinti

Rete Iside si sta impegnando in queste settimane nel costruire una rete nazionale di esperti su salute e sicurezza sul lavoro, in collaborazione con l’Unione Sindacale di Base con cui abbiamo un patto di lavoro solido e continuativo nel tempo. Proprio grazie a questa rete siamo venuti a conoscenza della vicenda della morte di Leonardo Quinti, deceduto sei anni fa nell’aretino: la dinamica della morte non è mai stata del tutto chiarita, ma la figlia Lalla ed i familiari continuano a chiedere giustizia.

La loro storia è stata recentemente raccontata da today.it. Oggi, dopo che il caso è stato archiviato per ben tre volte non ostante le prove presentate, i familiari rischiano di essere costretti a dover pagare anche le spese processuali, oltre a non ricevere il dovuto risarcimento.

Leonardo Quinti aveva 73 anni quando è deceduto mentre effettuava un sopralluogo presso un’azienda agricola di Laterina: l’uomo si occupava di riparazioni delle grondaie. Secondo la versione ufficiale l’uomo è precipitato da un’altezza di oltre tre metri, mentre controllava le grondaie da riparare con una scala messa a disposizione dai proprietari dell’azienda. I soccorsi, purtroppo, non furono tempestivi perché l’ambulanza in arrivo fece un incidente. All’arrivo dei soccorritori, purtroppo, venne soltanto constatato il decesso, senza tentativi di rianimazione.

Il suo decesso, purtroppo, ricorda decine di altri che avvengono in tutta Italia ed è esemplare di questioni che, non ostante tutte le morti, non vengono affrontate dalla politica nostrana. In primis a 73 anni si deve essere messi nella condizione, tramite il sistema pensionistico, di non dover lavorare in nessun settore, a maggior ragione in attività a rischio come la riparazione delle grondaie. In più è lecito domandarsi se la scala fosse a norma: l’uomo normalmente utilizzava la propria attrezzatura ma quel giorno non aveva con sé la sua scala, mentre quella fornitagli dall’azienda non era adatta a quel tipo di mansione.

Non ostante la dinamica violenta e la morte sul lavoro fosse palese, sul corpo dell’uomo non furono mai fatti i dovuti accertamenti che avrebbero chiarito la dinamica del decesso: assenti i rilievi giudiziari, così come l’ispezione del cadavere o l’autopsia. Tutto questo mentre il Duvri, il documento di valutazione dei rischi da interferenze per lavori in appalto come quello svolto da Leonardo, non è mai stato presente. Incongruenze e contraddizioni che la figlia ed i familiari hanno sempre denunciato, ma che lo stato e la magistratura sembrano non voler affrontare.

Stringendoci in solidarietà a Lalla e ai familiari di Leonardo, così come a tutti coloro che hanno perso i loro cari sul lavoro, chiediamo con forza che venga fatta giustizia in questo ed in tutti gli altri casi simili.

Rete Iside, per fornire ai lavoratori una tutela in più, ha elaborato una proposta di legge presentata nella scorsa legislatura che introduce nel codice penale il reato di omicidio e lesioni gravi sul lavoro. Questo potrebbe, finalmente, porre un freno alle morti, fungendo da deterrente rispetto a chi troppo spesso aggira o ignora in nome di maggiori profitti misure di sicurezza che servono a salvare la vita a chi lavora.

Rete Iside Onlus