La carovana europea

Inviato da admin il Gio, 08/07/2014 - 16:38
La carovana europea

Rete ISIDE, associazione di volontariato e di assistenza sociale, in quanto tale, persegue il proprio scopo attraverso la promozione di seminari, dibattiti, indagini, progetti tesi ad agevolare chi arriva nel nostro Paese, sfuggendo a carestie, guerre e miserie nel riconoscimento dei diritti essenziali (tramite servizi di interpretariato, orientamento legale, assistenza ecc) anche in collaborazione con altre associazioni, organizzazioni di base, enti pubblici e privati, che parimenti mirano ad affrontare tale situazione di disagio.

Le politiche nazionali ed internazionali, inevitabilmente, si ripercuotono sull’attività delle associazioni del settore che sovente restano prive degli strumenti idonei a garantire la più adeguata e doverosa assistenza.

Rete Iside, dal suo canto, persevera nella promozione di iniziative ed azioni al fine di alleviare il disagio di chi giunge qui privo del minimo punto di riferimento.

Spesso chi cerca di raggiungere l’Italia e gli altri paesi europei viene respinto per via degli accordi riammissione, ovvero gli si aprono le porte dei CIE (Centri di identificazione ed espulsione) prima denominati centri di permanenza temporanea (CPT), sono strutture previste dalla legge italiana istituite per trattenere gli stranieri "sottoposti a provvedimenti di espulsione e o di respingimento con accompagnamento coattivo alla frontiera". Poiché essi hanno la funzione di consentire accertamenti sull'identità di persone trattenute in vista di una possibile espulsione, ovvero di trattenere persone in attesa di un'espulsione certa, il loro senso politico si traccia in relazione all'apparato legislativo sull'immigrazione nella sua interezza. Nell'ordinamento italiano i CIE costituiscono una grande novità: prima non era mai stata prevista la detenzione di individui se non a seguito della violazione di norme penali. A tutt'oggi i soggetti prigionieri nei CIE non sono considerati detenuti, e di norma vengono definiti ospiti della struttura.

Aiutare, pertanto, la persona in situazione di disagio, nel caso de quo, l'immigrato a inserirsi nel contesto sociale, guidandolo nel caos burocratico e coadiuvando il proprio progetto di integrazione e realizzazione personale rappresenta per la Rete Iside ONLUS uno scopo prioritario.

Il progetto di vita di ognuno di noi comporta difficoltà e lotte continue quotidiane, possiamo solo immaginare quali siano le difficoltà e le lotte per una persona del tutto estranea al territorio ed estraniata/emarginata dal contesto economico sociale ma che spera e cerca di costruire la propria vita con la stessa dignità di chiunque altro.

Rete Iside si è resa già parte attiva nella iniziativa della Marcia dei Sans Papier (2012) partendo dall’idea fondamentale che Le politiche di controllo e repressione dei fenomeni migratori fomentano la disuguaglianza e lo sfruttamento.

Non può condividersi l'idea che siano il luogo di nascita e/o la cittadinanza, la condizione economica, giuridica e sociale a determinare il confinamento della propria libertà personale, la discriminazione di un soggetto piuttosto che di un altro.

La medesime politiche di governo si esplicano anche attraverso l'indirizzamento del percorso migratorio, bloccando le persone in un paese e spingendole in un altro, condizionando in tal modo la loro libertà di autodeterminazione.

I dispositivi di respingimento, le pratiche di identificazione e confinamento, l'attribuzione di determinati status non solo limitano la libertà di scelta del migrante sul luogo in cui costruire il proprio progetto di vita, ma alimentano, al contrario, l’immigrazione irregolare e conseguentemente l’economia irregolare.

Si deve riconoscere la libertà di restare nel paese che si è scelto una volta che si è lasciato il proprio e tale libertà non può essere subordinata allo svolgimento di un'attività lavorativa riconosciuta ed autorizzata. Sarebbe come sottoporle ad un ricatto: "pur di lavorare... accetto tutte le sfaccettature dello sfruttamento, anche la minima retribuzione, anche le condizioni di lavoro peggiori..."

Ogni essere umano che si trovi nella necessità di spostarsi dal paese in cui vive, di nascita e/o cittadinanza per ragioni di persecuzioni individuale / collettive, avvenute o potenziali ha l'assoluta libertà di scegliere il luogo in cui stabilirsi e/o in cui ricongiungersi con il proprio nucleo affettivo.

Vien da sé che l'insieme delle misure che si pongono chiaramente come ostacoli alla libertà delle persone producono maggiore irregolarità con forte compressione dei diritti dei migranti che sono costretti a vivere nella clandestinità e nell’invisibilità finendo nel mercato dell’economia irregolare o, peggio, criminale.

Negli ultimi anni abbiamo assistito all'incremento di accordi internazionali e politiche governative che di fatto hanno prodotto una criminalizzazione della figura del migrate favorendo i processi di marginalizzazione sociale e economica:

- la militarizzazione dei confini;

- il regolamento Dublino III (un regolamento europeo che determina lo Stato membro dell'Unione europea competente ad esaminare una domanda di asilo o riconoscimento dello status di rifugiato in base alla Convenzione di Ginevra (art.51). E 'la pietra angolare del sistema di Dublino, costituito dal regolamento Dublino II e dal regolamento EURODAC, che istituisce una banca dati a livello europeo delle impronte digitali per gli immigrati clandestini nell'Unione Europea. Il regolamento di Dublino mira a "determinare con rapidità lo Stato membro competente per una domanda di asilo e prevede il trasferimento di un richiedente asilo in tale Stato membro. Di solito, lo Stato membro competente all'esame della domanda d'asilo sarà lo Stato in cui il richiedente asilo ha messo piede per la prima volta nell'Unione Europea.);

- tutte le operazioni dell'UE [es. Mare Nostrum - 2013 - operazione a tre livelli : 1) potenziamento della cooperazione internazionale per il blocco delle partenze; 2) potenziamento del controllo delle frontiere europee; 3) potenziamento del pattugliamento aereo (vedi radar, droni ecc.), marittimo en terrestre.];

- le operazioni fuori dall'UE [es. Eubam in Libia - 2013];

- i sistemi di controllo militare;

- l'attività dell'Agenzia FRONTEX [Ag. Europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli stati membri dell'UE - ottobre 2005 - Varsavia - a) coordina il pattugliamento delle frontiere esterne e gli accordi con i Paesi confinanti per la riammissione dei migranti extraUE respinti; b) definisce il modello di valutazione comune e integrato dei rischi; c) assiste i membri per la formazione delle guardie alla frontiera esterna; d) appoggia le operazioni di rimpatrio; e) crea gruppi di intervento rapido; es MISSIONE NAUTILUS sul Canale di Sicilia I 2006, II 2007, III 2008];

- il Sistema Eurosur [Sistema europeo di sorveglianza delle frontiere terrestri e marittime - Dicembre 2013 - strumento per il rafforzamento di Frontex: agevola lo scambio di informazioni tra stati, raccoglie dati ed analisi rischi, identifica i gruppi migranti];

Rappresentano l'insieme delle azioni e misure che hanno prodotto il fenomeno della criminalizzazione del migrante.

Rete Iside, pertanto, procede nell’organizzazione di iniziative volte a eliminare e decostruire la “criminalizzazione” del migrante senza documenti.

Organizza corsi di formazione per gli operatori sociali, attivisti, volontari ecc per decostruire i luoghi comuni e aumentare le conoscenze e le “coscienze” sulle migrazioni. Offre sportelli di informazione per i migranti in cerca di direttive e suggerimenti o anche solo di comprensione.

Sempre in tal senso, nella più ampia condivisione dell’iniziativa della Carovana Europea, ha offerto ed offre il proprio sostegno, adoperandosi con le proprie strutture e con tutti gli strumenti a disporre un concreto contributo.